Conférence d'Alessandro Arbo « La musica nella docusfera: implicazioni estetiche e ontologiche »

Résumé

     Quello che perdiamo — in quanto fruitori ma anche, in buona misura, in quanto esecutori — con l’esecuzione e la produzione della musica a distanza non è poco: l’empatia, il feeling della presenza, il piacere di condividere le emozioni con altri, senza dimenticare la concentrazione, l’immersione in un suono che — perlomeno in certi generi musicali — siamo inclini a immaginare come intimamente associato a chi lo produce. Tutto questo lo sapevamo dai tempi della radio e della televisione: dispositivi che, se non hanno direttamente favorito, non hanno certamente ostacolato il generalizzarsi di forme di ascolto distratto (denunciate da Adorno fin dagli anni Trenta). È possibile che l’avvento del digitale e la massiccia migrazione della musica nel web, già visibili da un buon decennio e ulteriormente sollecitate dalla crisi pandemica, abbiamo contribuito a confermare questo atteggiamento; ma questi fenomeni si accompagnano soprattutto ad altre importanti novità, in parte riconducibili a un aspetto molto generale — ma non per questo meno cruciale — della più recente rivoluzione mediatica, vale a dire il fatto che il web si presenta, come ha osservato Maurizio Ferraris, prima ancora che come un sistema d’informazione o di comunicazione, come un capillare dispositivo di registrazione (e, di conseguenza, di mobilitazione). Viene in tal modo a determinarsi, oltre a un’inedita dislocazione delle opere e delle performance (dai luoghi deputati, come le sale da concerto, a ogni sorta di luogo), una nuova straordinaria produzione di tracce: ogni evento si trasforma in un atto registrato, entra di pieno diritto nella docusfera, sollecita a sua volta la produzione di altri documenti, manifesta modi di essere simili a quelli delle opere fonografiche e genera un plus-valore che è opportuno prendere in adeguata considerazione.

Bibliographie

  • ADORNO T. W.,« Sul carattere di feticcio in  musica e la regressione dell’ascolto» (trad. it. di G. Manzoni), Dissonanze, Milano, Feltrinelli, 1990.
  • ARBO A., « Ce que le web fait aux œuvres musicales », De musica XXIV/2 (Special issue, eds. ARBO A. et BERTINETTO A., Penser la musique à l’ère du web 1), 2020, p. 9-36. [Internet : https://riviste.unimi.it/index.php/demusica/article/view/15837]
  • BACHIMONT B., « Between Formats and Data: When Communication Becomes Recording », in ROMELE A. and TERRONE E., Towards a Philosophy of Digital Media, Basingstoke, Palgrave McMillan, 2018.
  • FERRARIS Maurizio, Documentalità. Perché è necessario lasciare tracce, Roma-Bari: Laterza, 2009.
  • FERRARIS Maurizio, Documanità. Filosofia del mondo nuovo, Roma-Bari, Laterza, 2021.
  • LE GUERN, P. (ed.), Où va la musique ? Numérimorphose et nouvelles expériences d’écoute, Paris, Presses des Mines, 2016.
Musées de la Ville de Strasbourg
Opéra National du Rhin
Conservatoire de Strasbourg
CDMC