Le 30 juin 2017
de 16h00 à 16h30
Le Patio (université de Strasbourg)
22 rue René Descartes, 67000 Strasbourg
salle 3201
Pré-acte / Acte
Auteur : Marco Gurrieri
Nel 1610 Monteverdi pubblica la sua terza raccolta di musica sacra dal titolo Sanctissimae Virgini Missa senis vocibus ad ecclesiarum choros ac Vesperae pluribus decantandae […]. In questa raccolta, alla MissaIn illo tempore fanno seguito i Vespri a più voci inframmezzati da alcuni concerti sacri con dichiarata destinazione privata. Infatti, sia il termine sacella (tempietti) sia il termine principum cubicula (stanze private/logge) evocati nel titolo fanno riferimento a possibili esecuzioni in contesto non necessariamente liturgico. Il titolo Vespro della Beata Vergine, oggi decisamente più utilizzato, è in realtà desunto da un sottotitolo riportato nel fascicolo del Bassus generalis: «Vespro della B[eata] Vergine da concerto, composto sopra canti fermi». In virtù di questo sottotitolo si è sempre dato per scontato che dietro a questi “Vespri a più voci” ci fosse una concezione unitaria, cioè che in realtà essi fossero da considerarsi un progetto in sé e per sé autonomo. Se un’unità sembra profilarsi sul versante della finalità musicale («da concerto»), un’analisi strutturale del vespro monteverdiano mette in luce una disomogeneità liturgica, e una costruzione complessiva avulsa dall’ortodossia vespertina. Altre sembrano le preoccupazioni di Monteverdi nel concepire questo vespro anomalo, come la ricerca di una simmetria interna, e la volontà di passare in rassegna le sue innovazioni compositive mutuate dal nascente genere del melodramma.